Cefalea
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IL MAL DI TESTA (o Cefalea)
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Mal di testa è il termine generico con cui di solito si indica un qualsiasi dolore localizzato in testa, di varia intensità e natura.
Il mal di testa, detto anche cefalea, può essere considerato come il risultato di processi patologici che prevedono l’interazione di cervello, terminazioni nervose, vasi sanguigni e formazioni miofasciali dell’estremità cefalica.
Le cefalee rappresentano alcune tra le più frequenti patologie del sistema nervoso e si caratterizzano per elevati livelli di disabilità e di interferenza sulla qualità di vita.
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In Italia, si stima che siano circa sei milioni le persone che soffrono di cefalea primaria.
E’ possibile distinguere le cefalee primarie (quindi cefalea come malattia principale), da quelle secondarie (quando si considera la cefalea come sintomo di un’altra patologia).
La cefalea primaria non è quasi mai dovuta ad una unica causa.
Si tratta di una condizione multifattoriale, dove entrano in gioco elementi genetici, ormonali, anatomici, sociali ed ambientali che fungono da stimoli che innescano le alterazioni dei meccanismi del dolore.
La cefalea colpisce prevalentemente la popolazione nella fascia d’età adulta, tra i 20 e i 50 anni, ma, spesso, colpisce bambini, adolescenti ed anziani.
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IL MAL DI TESTA (o Cefalea)
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Mal di testa è il termine generico con cui di solito si indica un qualsiasi dolore localizzato in testa, di varia intensità e natura.
Il mal di testa, detto anche cefalea, può essere considerato come il risultato di processi patologici che prevedono l’interazione di cervello, terminazioni nervose, vasi sanguigni e formazioni miofasciali dell’estremità cefalica.
Le cefalee rappresentano alcune tra le più frequenti patologie del sistema nervoso e si caratterizzano per elevati livelli di disabilità e di interferenza sulla qualità di vita.
In Italia, si stima che siano circa sei milioni le persone che soffrono di cefalea primaria.
E’ possibile distinguere le cefalee primarie (quindi cefalea come malattia principale), da quelle secondarie (quando si considera la cefalea come sintomo di un’altra patologia).
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La cefalea primaria non è quasi mai dovuta ad una unica causa.
Si tratta di una condizione multifattoriale, dove entrano in gioco elementi genetici, ormonali, anatomici, sociali ed ambientali che fungono da stimoli che innescano le alterazioni dei meccanismi del dolore.
La cefalea colpisce prevalentemente la popolazione nella fascia d’età adulta, tra i 20 e i 50 anni, ma, spesso, colpisce bambini, adolescenti ed anziani.
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Cefalea nei Bambini
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Alcune statistiche dimostrano che circa il 25% dei bambini riferisce di aver avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno, con picchi fino al 33% nella fascia tra i 6 e i 14 anni. Fino alla pubertà il disturbo interessa maschi e femmine nella stessa percentuale, mentre a partire dai 12-13 anni prevale nelle ragazze, anche in relazione alle modifiche ormonali.
Il mal di testa condiziona profondamente la qualità di vita del bambino che ne soffre e dei genitori, che spesso, si ritrovano ad affrontare un problema di difficile gestione; pertanto è fondamentale riconoscere determinati sintomi che il bambino lamenta e rivolgersi con sollecitudine a figure competenti per una diagnosi corretta e un intervento terapeutico mirato, anche per evitare il rischio di cronicizzazione.
E’ importante, a questo proposito, riconoscere i differenti mal di testa, e capire come porvi rimedio.
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Cefalea nei Bambini
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Alcune statistiche dimostrano che circa il 25% dei bambini riferisce di aver avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno, con picchi fino al 33% nella fascia tra i 6 e i 14 anni. Fino alla pubertà il disturbo interessa maschi e femmine nella stessa percentuale, mentre a partire dai 12-13 anni prevale nelle ragazze, anche in relazione alle modifiche ormonali.
Il mal di testa condiziona profondamente la qualità di vita del bambino che ne soffre e dei genitori, che spesso, si ritrovano ad affrontare un problema di difficile gestione; pertanto è fondamentale riconoscere determinati sintomi che il bambino lamenta e rivolgersi con sollecitudine a figure competenti per una diagnosi corretta e un intervento terapeutico mirato, anche per evitare il rischio di cronicizzazione.
E’ importante, a questo proposito, riconoscere i differenti mal di testa, e capire come porvi rimedio.
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Comorbidità Psichiatrica nel Bambino
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La poliedricità e le innumerevoli determinanti che sono alla base di un comune mal di testa richiedono sempre adeguati approfondimenti, sia da un punto di vista organico che psicologico.
Parlare genericamente di stress o di nervosismo come cause del mal di testa rischia di farci incorrere in luoghi comuni che possono innescare dei meccanismi di autocura, a lungo andare responsabili del cronicizzarsi delle crisi stesse, come è stato provato a proposito di un’eccessiva assunzione di farmaci analgesici.
Nella cefalea dell’età evolutiva è la componente di tipo psicologico che spesso rappresenta un fattore potenzialmente aggravante per l’emicrania, per questo appare necessaria la presa in carico da parte di uno psicoterapeuta esperto nelle cefalee.
Come possiamo aiutare i bambini con mal di testa?
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata estremamente efficace nella cura delle cefalee in età pediatrica.
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Terapie non farmacologiche
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Biofeedback
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Il biofeedback come pratica terapeutica deriva dalla terapia comportamentale, è una tecnica non invasiva, non utilizza farmaci ed è priva di effetti collaterali.
L’obiettivo del biofeedback è quello di cambiare la disfunzione fisiologica in una direzione desiderata.
Per gestire questo, la funzione fisiologica deve essere percepita visivamente o acusticamente e deve essere percepita coscientemente.
Il cambiamento a livello fisiologico si ha attraverso un processo di apprendimento (condizione operante) associato a cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali.
Il Biofeedback per il trattamento della cefalea tensiva si basa su una lunga e vasta sperimentazione scientifica cominciata negli anni ’70 che ne ha ampiamente dimostrato l’efficacia e che ne fa l’opzione di prima linea per la prevenzione della cefalea di tipo tensivo (Nicholson et al. 2011). Il trattamento di biofeedback per la cefalea di tipo tensivo si è dimostrato efficace nell’80-90% dei pazienti trattati (Sherman, 2012).
È formato da un insieme strumenti estremamente precisi che misurano e mostrano in tempo reale sul monitor di un computer informazioni riguardanti la propria fisiologia come: onde celebrali, frequenza cardiaca, respirazione e tensione muscolare.
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Questa procedura risulta essere ancora più efficace se combinata con tecniche di rilassamento e training di tipo cognitivo-comportamentale, utili nella gestione del dolore e dello stress.
In linea generale, tale procedura permette ai piccoli pazienti di gestire il dolore, grazie alla possibilità di ricevere in modo immediato e diretto le informazioni riguardanti le proprie funzioni fisiologiche.
Educando i bambini e i ragazzi a controllare quelle funzioni fisiologiche che sono indipendenti dalla loro stessa volontà, si può aiutarli a modificarle, segnalando, talvolta, la presenza di una relazione tra esse e le emozioni.
Inoltre, permette ai pazienti di aumentare o assumere, talvolta, la consapevolezza della distinzione esistente tra tensione e rilassamento muscolare nei vari distretti.
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Biofeedback
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Il biofeedback come pratica terapeutica deriva dalla terapia comportamentale, è una tecnica non invasiva, non utilizza farmaci ed è priva di effetti collaterali.
L’obiettivo del biofeedback è quello di cambiare la disfunzione fisiologica in una direzione desiderata.
Per gestire questo, la funzione fisiologica deve essere percepita visivamente o acusticamente e deve essere percepita coscientemente.
Il cambiamento a livello fisiologico si ha attraverso un processo di apprendimento (condizione operante) associato a cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali.
Il Biofeedback per il trattamento della cefalea tensiva si basa su una lunga e vasta sperimentazione scientifica cominciata negli anni ’70 che ne ha ampiamente dimostrato l’efficacia e che ne fa l’opzione di prima linea per la prevenzione della cefalea di tipo tensivo (Nicholson et al. 2011). Il trattamento di biofeedback per la cefalea di tipo tensivo si è dimostrato efficace nell’80-90% dei pazienti trattati (Sherman, 2012).
È formato da un insieme strumenti estremamente precisi che misurano e mostrano in tempo reale sul monitor di un computer informazioni riguardanti la propria fisiologia come: onde celebrali, frequenza cardiaca, respirazione e tensione muscolare.
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Questa procedura risulta essere ancora più efficace se combinata con tecniche di rilassamento e training di tipo cognitivo-comportamentale, utili nella gestione del dolore e dello stress.
In linea generale, tale procedura permette ai piccoli pazienti di gestire il dolore, grazie alla possibilità di ricevere in modo immediato e diretto le informazioni riguardanti le proprie funzioni fisiologiche.
Educando i bambini e i ragazzi a controllare quelle funzioni fisiologiche che sono indipendenti dalla loro stessa volontà, si può aiutarli a modificarle, segnalando, talvolta, la presenza di una relazione tra esse e le emozioni.
Inoltre, permette ai pazienti di aumentare o assumere, talvolta, la consapevolezza della distinzione esistente tra tensione e rilassamento muscolare nei vari distretti.
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Neurofeedback
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Il neurofeedback è utilizzato, in quanto terapia non farmacologica, con ottimi risultati per il trattamento di bambini con cefalea.
Lavorando con il neurofeedback, e quindi andando a regolarizzare le onde cerebrali del bambino, il piccolo impara a modulare la propria attività cerebrale.
Lo psicologo che lo segue condivide questo training sostenendolo, verificando se vi sono progressi e modulando l’intervento in base agli obiettivi da raggiungere.
La terapia con il neurofeedback non è invasiva, non utilizza farmaci ed è priva di effetti collaterali.
Questa tecnica riduce il dolore portando il cervello ad autoregolarsi e porta dei benefici psicologici, comportamentali, di apprendimento con grandi miglioramenti nella vita di tutti i giorni
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Neurofeedback
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Il neurofeedback è utilizzato, in quanto terapia non farmacologica, con ottimi risultati per il trattamento di bambini con cefalea.
Lavorando con il neurofeedback, e quindi andando a regolarizzare le onde cerebrali del bambino, il piccolo impara a modulare la propria attività cerebrale.
Lo psicologo che lo segue condivide questo training sostenendolo, verificando se vi sono progressi e modulando l’intervento in base agli obiettivi da raggiungere.
La terapia con il neurofeedback non è invasiva, non utilizza farmaci ed è priva di effetti collaterali.
Questa tecnica riduce il dolore portando il cervello ad autoregolarsi e porta dei benefici psicologici, comportamentali, di apprendimento con grandi miglioramenti nella vita di tutti i giorni
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Disturbi d’ansia e attacchi di panico
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DA SCRIVERE
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Fobia sociale
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DA SCRIVERE
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Ipocondria
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DA SCRIVERE
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Disturbo depressivo
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DA SCRIVERE
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Disturbo distimico
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DA SCRIVERE
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Sostegno psicologico
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DA SCRIVERE
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Valutazione Cognitiva
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Il terapeuta può iniziare già dal primo incontro a pianificare attentamente, durante la seduta, delle attività da svolgere, da analizzare nella seduta successiva, permettendo così al terapeuta di capire il livello di motivazione/coinvolgimento del giovane e di monitorare l’andamento della terapia.
Nell’intervento motivazionale con il bambino/ragazzo, è importante che il terapeuta faccia comprendere la distinzione tra il proprio ruolo e quello degli altri adulti (ad es. i genitori, indispensabili per i pazienti più piccoli), sottolineando l’importanza della collaborazione fra lui e il giovane paziente e come da questa possa scaturire un percorso di miglioramento della sua sofferenza..
La scelta delle strategie di intervento deve essere guidata da fattori quali l’età del paziente, il livello di sviluppo cognitivo, la gravità del quadro depressivo, le competenze pregresse ed ovviamente il contesto nel quale il giovane paziente vive.
Una volta scelto il tipo di approccio, è buona norma presentare i primi interventi attraverso compiti semplici, graduali e alla portata del paziente, in modo che il successo nell’adempierli possa far aumentare il suo senso di autoefficacia e quindi la sua motivazione.
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Comorbidità Psichiatrica nel Bambino
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La poliedricità e le innumerevoli determinanti che sono alla base di un comune mal di testa richiedono sempre adeguati approfondimenti, sia da un punto di vista organico che psicologico.
Parlare genericamente di stress o di nervosismo come cause del mal di testa rischia di farci incorrere in luoghi comuni che possono innescare dei meccanismi di autocura, a lungo andare responsabili del cronicizzarsi delle crisi stesse, come è stato provato a proposito di un’eccessiva assunzione di farmaci analgesici.
Nella cefalea dell’età evolutiva è la componente di tipo psicologico che spesso rappresenta un fattore potenzialmente aggravante per l’emicrania, per questo appare necessaria la presa in carico da parte di uno psicoterapeuta esperto nelle cefalee.
Come possiamo aiutare i bambini con mal di testa?
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata estremamente efficace nella cura delle cefalee in età pediatrica.
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Valutazione Cognitiva
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Il terapeuta può iniziare già dal primo incontro a pianificare attentamente, durante la seduta, delle attività da svolgere, da analizzare nella seduta successiva, permettendo così al terapeuta di capire il livello di motivazione/coinvolgimento del giovane e di monitorare l’andamento della terapia.
Nell’intervento motivazionale con il bambino/ragazzo, è importante che il terapeuta faccia comprendere la distinzione tra il proprio ruolo e quello degli altri adulti (ad es. i genitori, indispensabili per i pazienti più piccoli), sottolineando l’importanza della collaborazione fra lui e il giovane paziente e come da questa possa scaturire un percorso di miglioramento della sua sofferenza..
La scelta delle strategie di intervento deve essere guidata da fattori quali l’età del paziente, il livello di sviluppo cognitivo, la gravità del quadro depressivo, le competenze pregresse ed ovviamente il contesto nel quale il giovane paziente vive.
Una volta scelto il tipo di approccio, è buona norma presentare i primi interventi attraverso compiti semplici, graduali e alla portata del paziente, in modo che il successo nell’adempierli possa far aumentare il suo senso di autoefficacia e quindi la sua motivazione.
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Medici al servizio del Centro
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Guido Trasimeni
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Medico Chirurgo
Specialista in radiologia
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Guido Trasimeni
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Medico Chirurgo
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Come contattarci
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Via di Trasone, 61 – 00199 Roma
+39 06 86321981
info@clinicasanatrix.com
Lunedì — Venerdì: 8.00 — 20.00
Sabato: 8.00 — 20.00
Ricoveri H 24
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Via di Trasone, 61 – 00199 Roma
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Lunedì — Venerdì: 8.00 — 20.00
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Sanatrix a casa Vostra
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Sanatrix a casa Vostra
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Servizio a domicilio
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SANATRIX mette a disposizione tutti i suoi servizi direttamente presso il domicilio del Paziente.
Le visite e gli esami diagnostici vengono eseguiti con strumentario e materiali portatili, permettendo la stessa qualità dei nostri ambulatori.
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SANATRIX mette a disposizione tutti i suoi servizi direttamente presso il domicilio del Paziente.
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Visita i Centri Specializzati
Percorsi di Salute e Prevenzione
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Visita i Centri Specializzati
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Centro cuore e aritmie
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Sanatrix per Lei
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Ernia Center
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Centro di infertilità maschile
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Centro Neurochirurgia – NSA
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Sport Lab
/sanatrix-sport-lab/
Centro Oncologia di Precisione
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Centro chirurgia ricostruttiva genito uretrale
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Maxillofacial Clinic
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Centro Chirurgia Stipsi
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Trauma Center
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Centro Terapia dell\’Obesità
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Centro Terapia del Dolore
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Centro di Dermatologia
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Centro di Chirurgia mini-invasiva proctologica e del pavimento pelvico
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Centro di Prevenzione, Diagnosi e Cura delle Patologie Tiroidee
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