Nuovo trattamento locale contro il fotoinvecchiamento della Pelle.

[image src=\”/wp-content/uploads/2020/04/admin-ajax.png\” border=\”0\”]

L’invecchiamento cutaneo è un processo biologico complesso influenzato da una combinazione di processi endogeni (genetici, cellulari, ormonali e metabolici) ed esogeni (esposizione alla luce cronica, inquinamento, radiazioni ionizzanti, sostanze chimiche, tossine).

Pur avendo le radiazioni ultraviolette un importante ruolo per la salute umana, mediando la sintesi naturale di vitamina D ed endorfine, l\’esposizione cronica alla luce è la principale causa di foto-invecchiamento e foto-carcinogenesi.
justify
no-repeat;left top;;
auto

Per quanto concerne la foto-carcinogenesi, le radiazioni UV inducono uno stato infiammatorio cronico correlato alla formazione di specie reattive dell\’ossigeno e all\’attivazione delle metalloproteasi della matrice extracellulare determinando una progressiva distruzione di vari tipi di collagene tra cui il I e III (nel derma papillare e reticolare) e del IV e VII (nella giunzione dermo-epidermica). Questi eventi degenerativi sono seguiti da fenomeni di rimodellamento della matrice extracellulare che tuttavia avviene in maniera disorganizzata e caotica. Clinicamente, la pelle foto-danneggiata si presenta profondamente alterata e caratterizzata da xerosi, perdita di elasticità, rughe sottili e/o profonde, discromie (aree ipo o ipercromiche), lentiggini e molto altro.

Per quanto riguarda la foto-carcinogenesi, questa è collegata al danno diretto e indiretto (infiammazione tissutale) da parte dei raggi UV al DNA. Il danneggiamento del genoma porta alla formazione di cheratosi attiniche, oggi non considerate più lesioni precursore ma veri e propri carcinomi squamocellulari confinati all’epidermide, al carcinoma squamocellulare infiltrante, al carcinoma basocellulare e chiaramente al melanoma (specialmente nella variante di lentigo maligna).
justify
no-repeat;left top;;
auto

30
default

Per entrambi i fenomeni, quindi, l’infiammazione tissutale successiva all’esposizione solare giocherebbe un ruolo eziopatogenetico cruciale.

Questa evidenza, oggi confermata da numerosi studi clinici, è alla base dell’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) nella gestione sia di foto-invecchiamento che di foto-carcinogenesi. Attraverso il blocco di enzimi chiave dell’infiammazione cutanea quali le cicloossigenasi 1 e 2, metalloproteasi, l’ornitina decarbossilasi i FANS determinerebbero un blocco dell’azione lesiva dell’esposizione cronica da raggi UV.

justify
no-repeat;left top;;
auto

Per valutare l’effettivo ruolo di questi farmaci su questi due fenomeni, uno studio osservazionale è stato condotto presso la clinica dermatologica dell’Università di Roma Tor Vergata, su un gruppo di 50 adulti, 36 uomini (72%) e 14 donne (28%), con un\’età media di 74,4 anni (range 42-89 anni) con segni di foto-invecchiamento da moderati a gravi.

Tutti i pazienti sono stati trattati con una nuova formulazione medica topica contenente crema PXM 0,8% e crema solare e valutati, tramite documentazione fotografica clinica e dermatoscopica ad inizio terapia e dopo 16 settimane di trattamento.

justify
no-repeat;left top;;
auto

I pazienti hanno applicato il prodotto localmente su tutto il viso due volte al giorno per 16 settimane. La quantità applicata dipendeva dall\’estensione dell\’area trattata, con una dose raccomandata di 1 g due volte al giorno per un\’area di 30 cm². Tutti i pazienti esaminati hanno mostrato importanti benefici dalla terapia somministrata confermando quindi il ruolo di questi agenti nella gestione del foto-invecchiamento e della foto-carcinogenesi.

Fonte: Journal of International Medical Research

justify
no-repeat;left top;;
auto

[button title=\”Scopri il Centro di Dermatologia\” link=\”/centro-di-dermatologia/\” align=\”\” icon=\”icon-right-open-mini\” icon_position=\”right\” color=\”theme\” font_color=\”\” size=\”2\” full_width=\”\” class=\”\” download=\”\” rel=\”\” onclick=\”\”]
center
no-repeat;left top;;
auto